Tra marmo e finanza: la passione condivisa
Il vento che soffia tra i monti e un uomo che avanza.
Con il viso bronzeo, lo sguardo fisso sul taglio del monte e le braccia allargate, sta facendo dei segni con le mani. Sembra proprio un maestro d’orchestra che sta dirigendo e mi ricorda tantissimo i cambisti alle grida di tanto tempo fa, prima che la finanza fosse mossa da una tastiera di computer.
È affascinante, ma cosa sta facendo?
Sta impartendo ordini al cavatore che sta sulla macchina escavatrice, ogni errore può essere fatale e può distruggere il lavoro di giorni. Ma lui sembra sicuro.
Alcuni scricchiolii anticipano lo stacco e ad un certo punto il blocco di marmo crolla a terra. Piccoli sassi rotolano giù ed è un suono sordo, come un lamento strozzato che scaturisce dalla montagna.
L’adrenalina scorre dentro: è una cosa esaltante, è la forza dell’uomo che vince sulla forza della montagna. È un’azione spettacolare che dura solo pochi minuti, ma che rimane dentro come una musica soave.
Sono state sufficienti tre persone a compiere questa difficile azione, due sopra l’escavatore e uno, il capo cava, intento a dirigere il tutto con la gestualità di un direttore di orchestra, consapevole che dalle sue decisioni non dipende solo la buona riuscita dell’operazione ma anche la vita stessa dei cavatori.
Sul volto del capo cava si legge la passione che ha per il suo lavoro.
Ogni mattina quando arriva scruta il monte, gli parla – in gergo si dice il “peso non dorme” – legge la stabilità del luogo, e il suo volto racconta del tempo passato all’aria aperta tra il caldo dell’estate e il freddo dell’inverno, è un lavoro duro ma che riempie di orgoglio, perché porta nel mondo l’eleganza e l’esclusività del marmo di Carrara.
Sento molto vicino a me questa figura quasi eroica.
Di fatto agiamo nello stesso modo: cosa fa essenzialmente un consulente? Guida il cliente all’obiettivo.
E il mercato lo paragono alla montagna: emette suoni, a volte ti fa l’occhiolino, poi vira, o verso il basso o verso l’alto, e il consulente può leggerne i pericoli. E lo fa con infinita passione, perché senza la passione non andiamo da nessuna parte.
Il capo cava legge negli occhi dei suoi cavatori, legge le emozioni, ma è fermo quando dirige.
La stessa cosa deve fare un consulente, deve leggere le emozioni e capire dove il cliente vuole arrivare.
Lui sa quali strumenti adoperare, sa se è il caso di mantenere una certa posizione o cambiare, perché il mercato (la montagna) può presentare cambiamenti improvvisi.
Il capo cava dice “il peso non dorme”.
Anche i pesi del mercato non dormono. Per arrivare all’obiettivo si può intervenire, lo sa il consulente come il capo cava.
L’esaltazione che lui prova nel raggiungere la meta, la grandissima vittoria nella sfida tra lui e la montagna, è condivisa con il proprietario della cava che non può fare a meno di questa figura strategica per raggiungere l’obiettivo insieme ai suoi uomini.
Ecco, il mio cliente è come il proprietario della cava ed è per lui il successo dell’investimento.
Tutto questo racconto mi porta a ragionare sul metodo.
Non è solo lo scavare una brancata ed estrarre dei blocchi di marmo che porta al risultato, ma è il metodo che si adotta a permettere di raggiungerlo.
Così come il capo cava ha un metodo nel vedere dove e come tagliare, anche il consulente ha il suo.
Si deve partire dal perché, dai valori del cliente, e solo dopo si sceglie il come e il cosa.
Incontriamoci per un confronto!
Posso esserti di aiuto nel raggiungere i tuoi obiettivi.