Sai cosa fare del tuo TFR?
Mi sono resa conto che non tutti hanno le idee chiare quando si tratta di decidere cosa fare del proprio TFR. Spesso diamo per scontato che lo sia ma non è così.
Ne ho avuto una prova ulteriore quando una mia cliente mi ha chiesto un appuntamento proprio per chiarire questa tematica per lei ancora nebulosa.
Anna è da poco dipendente di una grossa azienda dove ricopre un ruolo importante e voleva conoscere meglio la differenza di scelta tra TFR in azienda o TFR in fondo pensione.
Cos’è il TFR?
Partiamo dall’inizio.
Intanto cos’è il TFR?
Il Trattamento di Fine Rapporto è un piccolo capitale, ovvero una parte (6,91%) della retribuzione lorda annua del lavoratore dipendente, che viene accantonata dal datore di lavoro e che gli sarà corrisposta quando cesserà il rapporto lavorativo.
Il lavoratore può decidere, entro 6 mesi dalla data di assunzione, come impiegare questa somma scegliendo se lasciare il TFR in azienda oppure destinarlo ad una forma di previdenza complementare.
La differenza tra TFR in azienda o TFR in fondo pensione
– Giusi ma in cosa consiste la differenza? E cosa è meglio scegliere?
– Cercherò di spiegartelo in maniera semplice e breve.
Se decidi di lasciare il TFR in azienda, la tassazione sarà molto più alta perché quando lo andrai a riscuotere verrà tassato come un reddito normale con l’aliquota IRPEF: tassazione minima 23% che può aumentare in base alla fascia di reddito fino a un massimo del 43%.
Riguardo al rendimento del capitale, il TFR in azienda viene rivalutato al tasso dell’1,5% + 75% del tasso di inflazione al dicembre dell’anno precedente.
Se invece decidessi di versare il TFR in un fondo pensione avrestidei vantaggi fiscali:
- I rendimenti maturati dai versamenti subiscono un prelievo fiscale con tassazione pari al 12,5% (sui rendimenti da Titoli di Stato) e al 20% (sui rendimenti da altri titoli), contro il 26% di tutti gli altri investimenti.
- Per i lavoratori del settore privato, le prestazioni finali sono tassate con un’aliquota pari al 15% che si riduce dello 0,30% all’anno per ogni anno di permanenza nel fondo pensione oltre il quindicesimo. Si può arrivare fino ad un’aliquota minima pari al 9%.
Riguardo ai rendimenti, invece, versare il proprio TFR in un fondo di previdenza complementare, permette di partecipare al rialzo dei mercati finanziari e godere così di rendimenti di lungo periodo potenzialmente più elevati.
Cara Anna spero di averti chiarito un po’ le idee, ma sappi anche che ci sono diverse tipologie di fondi pensione e che pure le aziende hanno dei vantaggi, sia da un punto di vista fiscale che contributivo.
– Grazie Giusi! Adesso il quadro mi è più chiaro e magari un’altra volta mi spiegherai quali sono le diverse tipologie di fondi pensione.
In conclusione
La mia cliente ha compreso bene che, tra lasciare il TFR in azienda o destinarlo in un fondo pensione, se facciamo un confronto tra tassazioni e rendimenti, i vantaggi propendono nettamente a favore di chi decide per la seconda ipotesi.
E tu hai già scelto?
Se hai bisogno di qualche spiegazione più particolareggiata sui fondi pensione o sui vantaggi per le aziende, contattami e ne parleremo insieme.
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