Giuseppina Spataro

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Giuseppina Spataro

Inflazione, quel drago che dorme da anni

 

In queste ultime settimane non si fa che parlare, soprattutto negli Stati Uniti, del pericolo inflazione in questo 2021.

È davvero così? E soprattutto, ci sono degli asset (beni monetizzabili) che possiamo monitorare per capire se questo scenario si potrà davvero presentare?

L’inflazione è il declino del potere di acquisto di una valuta.

Al suo opposto vi è la deflazione, dove una valuta aumenta il proprio potere di acquisto, il tutto legato al campo dei beni o dei servizi.

Secondo molti analisti una delle cause dell’inflazione è l’immissione di moneta nel sistema superiore a quella che è la crescita economica momentanea.

Allora la domanda che ci facciamo è: ma negli ultimi anni non abbiamo assistito a diverse immissioni di liquidità da parte delle banche centrali?

Ma siamo davvero sicuri che sia stata creata moneta?

Voglio spiegare bene una piccola, ma forse grande differenza, tra base monetaria e moneta. Cerchiamo di definire questi due aspetti.

  • La moneta non è nient’altro che l’insieme degli strumenti di pagamento che regolano la compravendita di beni o servizi.
  • La base monetaria invece è l’insieme delle passività che una banca centrale crea, attraverso operazioni di mercato convenzionali o non convenzionali (vedi Quantitave Easing).

Soffermiamoci un attimo su questo.

La banca centrale crea una base monetaria. Ad esempio, se la FedBanca Centrale degli Stati Uniti d’America – volesse creare una banconota da 100 dollari, lo farebbe acquistando un titolo da una banca del valore appunto di 100$.

Per cui nel bilancio della banca il titolo sarà sostituito dalla base monetaria creata dalla Fed.

Qua sta il punto cruciale: se la banca decidesse di tenere quei 100$, creerebbe una riserva bancaria in eccesso, teorizzata come riserva di valore e poi depositata nuovamente all’interno della banca centrale.

In questo caso quindi, il sistema non ha creato nient’altro che base monetaria, per cui quei fatidici 100$ non sono ancora moneta spendibile, ma un semplice asset.

La moneta si crea ad un passaggio successivo, cioè nel caso in cui la banca decidesse di prestare quei 100$ ad un’istituzione, a un’azienda o a un privato, permettendo di fatto la trasformazione di questa base monetaria in moneta spendibile da questi enti. I 100$ entrerebbero così nel sistema e potrebbero generare la compravendita di beni e servizi.

Quella banconota spendibile crea un effetto moltiplicativo, per quanto riguarda i mezzi di pagamento e dei servizi.

L’effetto moltiplicativo in America è stato esponenziale mentre in Europa, al contrario, è stato molto contenuto. Ma, nonostante ciò, il prezzo dei beni e dei servizi è continuato a scendere a causa di un’altra componente: le materie prime, cui sono legati i beni e i servizi.

Partiamo subito con il petrolio.

Se andiamo ad analizzarne il prezzo, vedremo che tendenzialmente, nonostante quello che è accaduto negli ultimi 10 anni e in particolare l’anno scorso con un prezzo al barile negativo, negli ultimi mesi si è alzato di parecchio nel breve periodo, ma non è stato così alto nel medio e lungo periodo.

Se analizziamo invece l’acciaio, vediamo un’impennata significativa a partire dalla seconda metà del 2020 fino ad oggi, dove ha raggiunto massimi storici importanti.

I grafici dei metalli industriali rame e nichel, mostrano invece un forte rialzo di queste materie ma sempre sotto quelli che erano i livelli rispetto al 2010.

Non ci sono solo metalli industriali e beni industriali o comodità industriali, possiamo vedere altre materie prime come mais e zucchero, con rialzi importanti negli ultimi mesi e nelle ultime settimane, che però non hanno aggiornato i massimi storici.

Perché ho fatto tutte queste considerazioni?

Voglio semplicemente sottolineare quello che potrebbe essere il legame tra inflazione futura e rialzo delle materie prime, perché all’interno dei processi produttivi dei beni che tutti quanti noi acquistiamo ci sono alla base le commodity

Se si alza il prezzo delle commodity, di conseguenza si alza anche il prezzo del bene finale che andiamo ad acquistare.

 

In conclusione, se mettiamo in relazione il prezzo dell’azionario statunitense con i prezzi delle materie prime – queste ultime molto economiche rispetto al primo – potremmo pensare di essere all’inizio di un super ciclo relativo alle materie prime.

Ma rimane un ultimo dubbio. La Fed lo permetterà?

La Fed può regolare il livello di inflazione attraverso il controllo dei tassi di interesse.

Ormai ci siamo abituati da oltre dieci anni a tassi di interesse sempre più bassi e inflazione praticamente nulla, ma qualora ci fosse un rialzo, sarà pronta ed immediata la risposta della Fed?

Ovviamente terremo monitorata la situazione. 

 

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