Giuseppina Spataro

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Giuseppina Spataro

Fondo pensione: il tesoretto per godersi la vita post-lavoro

Anni di lavoro, contributi versati, età anagrafica… l’argomento “Pensione” in Italia è sempre più scottante e, soprattutto, fa sorgere diversi interrogativi:

Riuscirò davvero a vedere questa “vita oltre il lavoro”?

A quanto ammonterà il mio assegno statale?

E poi subito via a calcolare quando arriverà questa benedetta “vita da pensionati” e, soprattutto, come sarà, visti i prezzi costantemente in rialzo sia di generi primari che non.

O almeno a tentare di farlo, perché spesso, tra modifiche a disegni legge e novità non sempre rassicuranti, sembra difficile anche solo comprendere il tipo di pensione che percepiremo.

Come capire come verrà calcolata la pensione

Oggi quindi, facciamo chiarezza iniziando proprio da qui:

come capire come verrà calcolata la nostra pensione?

In realtà è molto semplice, basta ricordare questa data: 31 dicembre 1995.

Chi ha lavorato fino al 31 dicembre 1995, maturando almeno 18 anni di contributi, sta già ricevendo il proprio assegno pensionistico statale basato su calcolo retributivo.

Ovvero, percepisce una pensione commisurata alle retribuzioni degli ultimi anni di attività.

Chi invece, al 31 dicembre 1995, non aveva maturato 18 anni di attività, sta ricevendo (o riceverà) la pensione su calcolo misto (retributivo sui contributi messi da parte fino al 1995 e contributivo per quelli degli anni successivi).

Mentre tutti quelli che hanno iniziato a lavorare dal 1996, andranno in pensione con il calcolo contributivo.

La differenza tra sistema contributivo e sistema retributivo

Cosa differenzia quest’ultimo dal predecessore?

Col sistema contributivo, i contributi messi da parte (montante maturato), vengono convertiti in rendita attraverso dei coefficienti di trasformazione ricavati da età di pensionamento e conseguente aspettativa di vita.

[sistema che – diciamolo francamente – avvantaggia molto meno i lavoratori, soprattutto i più giovani]

I giovani e la pensione

L’ingresso sempre più tardivo nel mondo del lavoro e la grande fluidità con cui ci si sposta da un’azienda all’altra, penalizzerà i giovani che arriveranno a percepire di pensione meno del 50% del loro ultimo stipendio.

Prospettiva non proprio rosea, vista la quale occorre subito correre ai ripari. Ma come?

Il fondo pensione

Semplice! Utilizzando uno strumento finanziario che permette ad ogni lavoratore di mettere da parte un piccolo tesoretto con cui integrare il proprio assegno pensionistico statale:

il fondo pensione.

Ma partiamo dalle basi:

cos’è un fondo pensione?

Si tratta di un fondo di previdenza i cui frutti si aggiungono all’assegno di pensione obbligatoria, godendo così davvero degli anni post lavoro.

In Italia ne esistono 3 tipologie:

  • fondo pensione aperto, gestito da banche, compagnie assicurative o società private
  • fondo pensione chiuso, soggetti alla contrattazione collettiva aziendale o nazionale (i cui regolamenti cambiano quindi anche in base alla zona, alla tipologia di lavoro o all’azienda)
  • piano individuale pensionistico (PIP), gestito esclusivamente da un’assicurazione e stipulato da persone singole

Ad ogni modo, la chiave di ogni fondo pensione o PIP è la capitalizzazione:

con le somme versate all’interno del fondo vengono fatti degli investimenti, così da accumulare anche i rendimenti di questi e riscattare un bel tesoretto al momento di mettersi a riposo.

Chi può accedere a un fondo di previdenza complementare?

Beh… Tutti!

I vantaggi del fondo pensione

E con diversi vantaggi, perché chi versa i contributi in un fondo pensione, può:

  1. dedurre questi contributi dal proprio reddito,

pagando l’IRPEF solo sui redditi non investiti nel fondo.

Esempio: Guadagni 40.000€ all’anno? Se ne investi 5.000 in un fondo pensione (tetto massimo deducibile 5164,57), dovrai pagare l’IRPEF solo sui restanti 35.000.

  1. pagare solo il 20% di tasse sui rendimenti provenienti dal fondo (e non il 26% come per altri investimenti)

e quando arriverà finalmente il momento di riscattare le somme maturate nel fondo pensione…

  1. l’aliquota da pagare partirà dal 15% fino addirittura al 9%

in base alla durata dell’investimento.

…quindi più vecchio sarà il fondo pensione e non solo più grande sarà il tesoretto, ma minori saranno le tasse da pagarci sopra!

Per questo motivo, soprattutto ai liberi professionisti e ai miei clienti più giovani, consiglio sempre di iniziare ad utilizzare questo strumento già dai primi anni di attività lavorativa, così da riuscire ad accumulare una somma sostanziosa e godersi a pieno la vita in pensione.

Ovviamente esistono diverse tipologie di questo strumento, a seconda delle esigenze di ogni risparmiatore, quindi se vuoi saperne di più o conoscerne gli altri vantaggi, non esitare a contattarmi!

 

 

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